La gravidanza come emancipazione femminile


 “Non aveva scelto di vivere in un mondo diverso dagli altri solo perché le faceva comodo...Per tutta la vita, pur fra mille dubbi, aveva cercato di essere fedele alle proprie scelte. Non sapeva se fossero giuste o sbagliate. Ma chi lo poteva dire?”

  

Tsushima Yūko, figlia del noto scrittore Dazai Osamu morto suicida nel 1948, ebbe un fratello autistico che venne a mancare quando lei era ancora molto giovane e, da un matrimonio infelice che finì dopo pochi anni, ebbe due figli di cui uno morì a soli otto anni.  

La sua vita fu quindi segnata da numerose tragedie famigliari che ritorneranno sempre nelle sue opere.

 

Ne Il figlio della fortuna, infatti, troviamo subito personaggi riconducibili alla sua storia: la protagonista, Koko, è una giovane donna divorziata con una figlia adolescente, Kayako, che però non sembra comprenderla e la lascia continuamente sola per stare con la zia che vive in condizioni più agiate.

Koko va avanti di rapporti occasionali e amori che sembrano essere impossibili con uomini egoisti e irresponsabili che non sono in grado di darle la libertà e il nucleo familiare che cerca.

Così è la gravidanza che diventa un mezzo di emancipazione femminile che passa attraverso delle scelte individuali seppur dolorose. Koko è infatti una donna estremamente sola che non si riconosce nel modello di donna imposto dalla società che ricoprono le sue coetanee. Grazie allo stile introspettivo e alla psicologia ben delineata dei personaggi di Tsushima Yūko possiamo infatti percepire tutta l’ansia di questa condizione femminile, di giovani donne che si sentono in un periodo di transizione ma che non riescono a crescere e ad integrarsi. 

 

Tsushima ci presenta questa condizione focalizzandosi sul tema dell’identità della donna nel suo rapporto con la maternità, in particolare con la gravidanza, sempre vissuta come un evento dirompente con cui la donna non può fare a meno di confrontarsi. La sua letteratura consente così di rappresentare una donna diversa dal suo ruolo istituzionale tradizionale grazie al tema della fantasia.

Nonostante i suoi romanzi abbiano molti tratti autobiografici, definirli così è estremamente riduttivo. Alla realtà si mescolano infatti sogno e fantasia ed è proprio grazie all’immaginazione e alla memoria che Koko, decostruendo i valori tradizionali, riesce a preservare la sua identità femminile e ad avere dei rapporti autentici (come quello con il fratello autistico che, anche nel caso della protagonista del libro, era morto giovane).

 

In questo romanzo Tsushima ci presenta una nuova identità di donna estremamente moderna il cui corpo è fatto di frammenti di memorie, di sogni, di corpi spezzati. Un racconto emozionante in cui sono racchiusi solitudine, perdita, abbandono ma anche desiderio di libertà e di rivalsa che consiglio vivamente. 

 

Ringrazio Safarà Editore per la copia!

 

Titolo: Il figlio della fortuna

Autore: Tsushima Yūko

Casa editrice: Safarà

 Anno di pubblicazione: 2021

 Pagine: 208

 Prezzo: 18€

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