Titolo: Confessioni di una maschera
Senza dubbio un libro di cui si
è molto parlato con pareri discordanti, Confessioni di una maschera è
un’opera quasi autobiografica di Mishima ed è la storia di Kochan che,
in una società tradizionalista, non è in nessun modo attratto dalle
donne e deve imparare a vivere celando il suo vero io.
La narrazione
parte dalla sua infanzia con la rigida educazione impartitagli dalla
nonna fino ad arrivare all’età adulta. Fulcro del romanzo è il carattere
peculiare dell'io, la sua attrazione verso il sangue e la morte, le sue
fantasie sulle immagini di celebri sculture e dipinti rappresentanti
corpi muscolosi ed efebici ma soprattutto la sua attrazione verso gli
uomini, che sfocia in certi casi in vero e proprio amore, come avviene
per il suo compagno di scuola Omi. L’accettazione di sé stesso non è un
processo facile, egli simula da sempre vizi immaginari per far passare
inosservate le proprie vere inclinazioni, si costringe a corteggiare le
ragazze, corregge con zelo manifestazioni di rischiosa passionalità e
solo alla fine del romanzo comprende di essere un “invertito” e a
isolarsi.
Questo libro è una profonda riflessione sul tema
dell’omosessualità e sulla ricerca di una propria identità negli anni
della Seconda Guerra Mondiale; una lettura impegnativa, angosciante e a
tratti difficile che ti fa immergere nei pensieri più profondi
dell’autore che descrive tutto con grande maestria, lucidità, eleganza
che lascia con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
☆☆☆☆/5