«𝖦𝗅𝗂 𝖾𝗌𝗌𝖾𝗋𝗂 𝗎𝗆𝖺𝗇𝗂, 𝖺 𝗏𝗈𝗅𝗍𝖾, 𝗌𝗈𝗇𝗈 𝖽𝖾𝗌𝗍𝗂𝗇𝖺𝗍𝗂, 𝗉𝖾𝗋 𝗂𝗅 𝗌𝗈𝗅𝗈 𝖿𝖺𝗍𝗍𝗈 𝖽𝗂 𝖾𝗌𝗂𝗌𝗍𝖾𝗋𝖾, 𝖺 𝖿𝖺𝗋𝖾 𝖽𝖾𝗅 𝗆𝖺𝗅𝖾 𝖺 𝗊𝗎𝖺𝗅𝖼𝗎𝗇𝗈.»
A sud del confine, a ovest del sole è
la storia di Hajime, figlio unico quando, nel Giappone degli anni
Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, che aveva fatto
della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi.
Un
giorno, a 12 anni, scopre però di non essere solo grazie a Shimamoto,
una compagna di classe sola quanto lui: a distinguerla non c'è solo la
condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante. Hajime
se innamora ma lo capirà troppi tardi: dopo averla persa.
Hajime
diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre
con la consapevolezza che la vita vera, non è quella che sta
dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con
Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest
del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare
dal nulla, diventerà realtà.
È un libro sulla distanza che
c’è tra gli individui, spesso incolmabile, soprattutto dopo certe
esperienze, dalle quali non si può tornare indietro;
E' un'opera
malinconica, nostalgica e in parte onirica, nel perfetto stile
dell'autore che mostra il senso d’inadeguatezza che si prova verso un
mondo dove comunicare con gli altri appare così difficile, dove si è
soli e la solitudine pare essere l’unica compagna che mai abbandonerà
l’individuo.
Il romanzo è intenso e scorrevole, Murakami si conferma maestro di stile, capace di far esplorare al lettore l’animo umano.
⭐⭐⭐⭐/5