Kōbō Abe era uno scrittore e
commediografo nato a Tokyo ma cresciuto in Manciuria quando era
occupata dai giapponesi. Questo ha fatto sì che lui si sia sempre
definito un apolide e abbia sempre considerato la sua letteratura come
una letteratura internazionale. Questo si può vedere nelle sue
ambientazioni che potrebbero essere in qualunque posto nel mondo, sono
dei non luoghi.
La sua letteratura è famosa per essere antirealista e per la dimensione surreale e onirica della sua ispirazione.
La sua letteratura è famosa per essere antirealista e per la dimensione surreale e onirica della sua ispirazione.
«Era tutto così assurdo, non riuscivo a capirci niente»
Il protagonista senza nome è un impiegato insoddisfatto della vita che un giorno si sveglia con le gambe ricoperte di daikon (ravanello giapponese). Noi lo seguiamo nel suo viaggio nel sotterraneo, guidato da un letto ospedaliero semovente, fino ad arrivare al fiume Sanzu, dell’inferno buddhista, popolato da strani personaggi e demoni bambini.
Qui ritroviamo i temi più cari dell’autore: il sogno e la metamorfosi; quest’ultima è una forza interiore che all’improvviso irrompe nella vita di un individuo e spezza la quotidianità. È una forza contro cui l’uomo non può che opporre una passiva resistenza.
Abe pensa che la realtà interna dell’uomo sia la riflessione della realtà esterna, c’è un equilibrio fra le due: l’esterno si manifesta nella routine ma quando questo equilibrio si rompe, la parte più istintiva dell’uomo viene in superfice e domina tutto l’essere. In questo processo c’è una regressione ad uno stato inferiore subumano e questi esseri umani risultano essere degli oggetti surrealistici.
La genialità di questo romanzo sta nella dimensione onirica a cui il lettore deve abbandonarsi completamente: come in un sogno non si hanno precise indicazioni spazio-temporali ma dobbiamo leggere seguendo le immagini che si parano davanti agli occhi del protagonista che le vive insieme a noi per la prima volta e ce le racconta attraverso un delirante monologo interiore. La narrazione è infatti omodiegetica e il presente è il tempo verbale che domina tutto il romanzo.
Il sogno, la sessualità insoddisfatta, la solitudine, la ricerca d’identità e la conseguente analisi psicologica, la morte, la musica, il fantastico, due mondi, donne misteriose, il conflitto del protagonista con la società sono solo alcuni dei temi di questo romanzo e che verranno ripresi da Murakami.
Questo romanzo
surreale al massimo, esercita sul lettore un fascino magnetico tenendolo
incollato al libro fino all’ultima pagina. Non può mancare agli amanti
dell’onirico. Geniale.
⭐⭐⭐⭐,5/5
Titolo: Il quaderno canguro
Autore: Abe Kōbō
Casa editrice: Atmosphere Libri
Anno di pubblicazione: 2016
Pagine: 210
Prezzo: 16€
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