«Lo riconoscerei anche solo dal tocco, dal profumo; lo riconoscerei anche se fossi cieco, dal modo in cui respira, da come i suoi piedi sferzano la terra. Lo riconoscerei anche nella morte, anche alla fine del mondo.»
Mi vengono le lacrime solo a leggere questa frase.
Avete
presente quando un libro vi prende così tanto da non riuscire a
smettere di leggerlo? Quando lo prendete in mano di sera convinti di
leggere un solo capitolo prima di dormire e poi rimanete a leggerlo
tutta la notte? Ecco, questo è esattamente ciò che mi è successo con La
canzone di Achille, una sensazione bellissima che non provavo da anni e
che lo ha fatto entrare direttamente tra i miei libri preferiti.
Non
mi dilungherò sulla trama, la conoscete tutti, la Miller è riuscita
abilmente a intrecciare la dolcezza di una storia d’amore ai poemi
epici, seguiti fedelmente. Ma questa non è solo una storia d’amore puro e
indissolubile, è una storia di crescita, destino, morte, ingiustizia.
E’ la storia di due giovani che crescono, cambiano e imparano ad amarsi
incondizionatamente accettando anche le cose brutte, cercando di
rimandare un destino infelice e di godersi ogni minuto che passano
insieme. Due giovani tanto diversi quanto simili che si completano e che
hanno bisogno l’uno dell’altro per vivere.
La Miller è
riuscita a farci vedere Achille, il Pelide, l’uomo bellissimo, veloce e
imbattibile sotto un’altra luce, grazie agli occhi di Patroclo, la sua
parte più umana, che ci descrive un giovane sensibile e dall’animo
nobile e ingenuo che si aspetta sempre il meglio delle persone, che si
fida troppo facilmente.
Lo stile della storia è semplice,
incalzante e scorrevole, talmente tanto da avermi fatto leggere oltre
100 pagine in un giorno senza nemmeno accorgermene, così tanto da aver
desiderato che esistesse il tasto “pausa” per godermi ancora un po’ la
dolce serenità dell’adolescenza di Achille e Patroclo passata sui monti
con il centauro Chirone; Avrei voluto rimandare per sempre il triste epilogo che
attende questa coppia e ammetto di aver sperato fino alla fine in un
happy ending ma la storia non va così e la Miller non l’ha stravolta. Ma
forse è proprio per questo che mi ha colpito tanto e che la porterò
sempre nel cuore; ho passato le ultime 40 pagine a singhiozzare e a
piangere talmente tanto da non riuscire più a leggere, così tanto che i
miei occhi sono diventati gonfi come palloni; ho inzuppato le pagine del
libro chiedendomi come mai non si potessero meritare la felicità e poi
chiedendomi come fosse possibile piangere così tanto per un libro, per
personaggi che nemmeno esistono e che però riescono così tanto ad
influenzarci e a toccarci il cuore. Miei cari amici empatici preparate i
fazzoletti perché ne avrete bisogno.
Preparatevi ad una
storia che non dimenticherete, che alla fine vi farà rimanere sdraiati
per ore sul letto a guardare il soffitto chiedendovi cosa farete adesso
nella vostra vita, a una storia che non riuscirete a raccontare senza
commuovervi e per cui non troverete mai le parole adatte a descrivere
cosa vi ha fatto provare ma che vi lascerà con quella sensazione
dolce-amara e l’impressione di essere stati fortunati ad aver letto
qualcosa di così unico e speciale.
Mi porterò ogni personaggio per sempre con me, già sento il bisogno di rileggerlo.
Inutile che vi dica di leggerlo, direi che si è già capito.
Ovviamente ⭐⭐⭐⭐⭐/5, perché non si può dare di più.
Titolo: la canzone di Achille
Autore Madeline Miller
Anno di pubblicazione: 2019
Pagine: 382
Prezzo: 11€
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