Kokoro – Natsume Sōseki⁣

«Pieno d’amore per gli uomini, anzi, incapace di non amarli, e nello stesso tempo impossibilitato a tendere la mano all’amico e ad abbracciarlo: questo era il maestro.»⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣⁣

Kokoro è il romanzo più famoso di Sōseki e uno dei più famosi delle letteratura giapponese moderna;⁣

Il libro ruota intorno alla figura del maestro, tipico personaggio sōsekiano di mezza età, laureato a Tōdai che vive inoperoso, apparentemente di rendita. Misantropo e isolato, senza nessuna occupazione, colto e intelligente ma disilluso verso il mondo soprattutto a causa di dolorose vicende familiari e sentimentali del suo passato misterioso che lo hanno traumatizzato e che lo costringono a una condizione di espiazione esistenziale, per cui avrebbe scelto deliberatamente una vita di moderata infelicità, soltanto attenuata da un rapporto cordiale con la moglie Shizu, unico personaggio con un nome.⁣
Nei primi due capitoli il maestro ci viene raccontato dal protagonista, uno studente di provincia che vi si affeziona.⁣

La scoperta del perché il maestro sia così costituisce il principale motore della narrazione: nelle prime due parti si crea una volontà di sapere intorno alla figura enigmatica del maestro e dopo la rivelazione finale induce alla rilettura per capire meglio gli elementi che inizialmente erano risultati insignificanti.⁣

In questo romanzo Sōseki fa una forte denuncia all’avidità e al potere del denaro e fa riflettere sul sacrificio e sull’egoismo, soprattutto in amore.⁣

«Comunque, nell’amore c’è colpa, ricorda. E ricorda che, nello stesso tempo, l’amore è sacro.»⁣

Sfido chiunque a non immedesimarsi nelle scelte fatte dal maestro e a criticarlo, è facile mettersi nei suoi panni, capirne il gesto ed empatizzare con lui. Ho provato tutte le sue emozioni e il suo dolore, mi sono ritrovata a piangere senza neanche accorgermene e non lo biasimo.⁣

Questo romanzo, introspettivo e delicato, indaga sulla natura umana facendo riflettere se sia buona o cattiva e penso che la vicenda del maestro sia una lezione di vita universale.⁣

Veramente bellissimo ⭐⭐⭐⭐⭐/5⁣
 
 
Natsume Sōseki夏目漱石 (1867-1916)
Autore tra i più canonici della letteratura giapponese moderna, romanziere moderno ma dà importanti contributi anche nella critica e nella poesia (in particolare in haiku, kanshi)
Diversamente da Ōgai, vive più in prima persona le contraddizioni della modernità, mentre Ōgai le porterà ad un livello più intellettuale, astratto, teorico.
Sōseki scrive opere di finzione che hanno spesso al centro temi relativi alla natura umana con una forte connotazione etica riflettendo un punto di vista maschile che porta enfasi sui rapporti omosociali che molto spesso tendono a mettere in secondo piano le figure femminili, desiderate dai personaggi maschili ma inarrivabili. La sua è come una fiction calata nel periodo meiji ma tuttavia porta avanti gli ideali di ugualitarismo e riflessione sulla propria soggettività. Porta ad un altro livello la riflessione tipica di tutta la letteratura meiji sull’io moderno interrogandosi sul fare delle scelte nella vita che vanno contro il sentire comune e pagarne le conseguenze: il prezzo della libertà è spesso la solitudine o l’incomunicabilità.

Egli ha saputo cogliere la coscienza della modernità da due accezioni:
-da un lato è un autore con una forte componente etica, molti personaggi si chiedono come comportarsi nel modo più giusto e spesso non agiscono nel migliore dei modi ma ne pagano le conseguenze.
-natura di scrittore modernista in senso più riconducibile al modernismo come riflessione sull’impatto etico, globale, sensoriale, corporale, percettivo che la modernità esercita sulle soggettività umane → secondo significato di coscienza: lui cerca di rappresentarne i moti talvolta rappresentando anche il flusso di coscienza basandosi anche sui suoi studi di psicologia sperimentali caratterizzati da un tentativo di trascrivere in letteratura come funziona la coscienza umana moderna (bombardata da stimoli di nuovi contesti urbani, nuovi mezzi di trasporto e situazioni portate dalla modernità).
 
Accenni sulla vita: 
Nativo di Tokyo, famiglia borghese; il suo vero nome era Natsume Kinnosuke. 
Ebbe un’infanzia emotivamente difficile (è uno dei pochi autori su cui si fanno studi psicologici); proveniva da una famiglia povera (borghese impoverita) che aveva troppi figli e faceva fatica a mantenerli; venne affidato ad una famiglia adottiva che però si trovò a sua volta in difficoltà e venne rimandato dalla sua famiglia; tornato da loro è addirittura convinto che non siano i genitori ma i nonni: ciò gli causò una forte alienazione familiare.
Ricevette istruzione nei classici cinesi e ottenne la laurea in letteratura inglese nell’Università di Tokyo (1893). Fu uno studente brillante e studiò con alcuni dei più importanti studiosi; iniziò il dottorato ma non lo concluse ed ebbe una certa instabilità psicologica che lo portò a scegliere di insegnare inglese in scuole di provincia (1895-1900); fu un'esperienza che non lo gratificherà.
Fece un soggiorno come borsista ministeriale a Londra (1900-1902) essendo riconosciuto come uno dei più competenti nel campo di letteratura e traduzioni inglesi ma fu un periodo infelice, la borsa non gli permise una vita agita e l’esperienza si rivelò deludente: all’università trovò uno studio positivistico e accademico della letteratura e passò molto tempo da solo non riuscendo ad integrarsi.
Tornato in Giappone e dal 1903 subentrò a Lafcadio Hearncome docente di letteratura inglese a Tōdai (una posizione molto prestigiosa all'epoca) ma non ebbe successo tra gli studenti e questo lavoro lo rense sempre più insoddisfatto e lo portò a maturare sempre più la sua vocazione letteraria: cominciò quindi a scrivere e pubblicare a capitoli il suo primo romanzo “Io sono un gatto” che avrà molto successo.
Lasciò l’università per dedicarsi alla professione di scrittore nel 1907, assunto da Asahishinbun (quotidiano che gli propone un contratto di romanziere). 
Estraneo alle mode del bundan, detestava il naturalismo e dal 1906 tenne a casa sua il cenacolo del Mokuyōkai 木曜会 (anche Akutagawa si considerava un suo discepolo!)
Ebbe gravi problemi di salute e una crisi nel 1910-11; morì nel 1916.

Caratteristiche dei romanzi di Sōseki:
• Scritti in lingua moderna genbun’itchitai
• Opere d’invenzione, non autobiografiche
• Trame strutturate, spesso intorno a una singola situazione drammaturgica
• Finali spesso aperti o ambigui (mancanza di risoluzione)
• Protagonisti maschili, alle prese con problemi etici, di identità, di rapporto con gli altri e la società moderna
• Forti rapporti omosociali (amicizia maschile, mentore-protetto) spesso più significativi sia dei rapporti di sangue che dei rapporti con i personaggi femminili;
• Caratterizzazione meno articolata dei personaggi femminili, spesso indecifrabili agli uomini (critiche di implicita misoginia);
• critica del denaro e della mentalità materialistica
• Tendenza a sperimentare e a forzare le strutture convenzionali della forma-romanzo
• Interesse per la dinamica degli stati della coscienza e della percezione
• Nesso tra confusione cognitiva-epistemologica-nervosa e confusione etico-morale: si può notare un nesso tra una confusione di valori data dalla modernità e una confusione a livello percettivo, cognitivo da parte dei personaggi.