Le Diecimila Porte di January ー Alix E. Harrow || Review Party

Buongiorno, oggi vi porto una recensione un po' speciale che è la quarta e ultima tappa del review party de "Le diecimila Porte di January" organizzato in collaborazione con la Mondadori Oscarvault e altre colleghe bookblogger. 

Qui le tappe e i profili: 

10 ottobre: recensione a cura di @onmybookcases sul blog Onmybookcases

11 ottobre: recensione a cura di @semplicemente_leggo sul blog  Semplicementeleggo

12 ottobre: recensione a cura di @madamatrelkovski sul blog nerdholic

13 ottobre:  recensione a cura di @hikarisshelf  sul blog hikarisshelf

 

Titolo: Le diecimila Porte di January
Autore: Alix E. Harrow
Editore: Mondadori Oscarvault
Data di pubblicazione: 13 ottobre 2020 

 

Trama: Estate 1901. Un’antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti “di un valore singolare e unico”, e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura… Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d’argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: Le diecim por. Un libro che ha l’aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei…


La peculiarità di questo Portal fantasy è che si tratta di un romanzo nel romanzo. Infatti, oltre alle avventure di January, leggiamo anche la storia contenuta nel suo libro “Le diecimila porte”, che mi ha fatto emozionare e sognare quasi più di quella principale, una storia di destino e d’amore talmente potente da superare i limiti del tempo e dello spazio.

Ma questi non sono i soli libri che troviamo nella storia, la stessa January, fin da piccola (e un po’ come tutti noi!) si è sempre rifugiata nei libri e ha sognato di trovarsi in quei mondi fantastici.

Qui viene ribadito il potere dei libri, della scrittura e soprattutto delle parole (che in alcuni mondi sono letteralmente magiche!)

 

E’ un libro dove la libertà e la conoscenza sono temi centrali. January è disposta a tutto pur di scoprire la verità; infatti, la qualità che più ho apprezzato di questa ragazza è la determinazione ma anche l’indipendenza: January è la classica eroina che “si salva da sola”, non ha bisogno del principe azzurro, al limite solo del suo cagnolone Sinbad.

«Sono abbastanza forte da affrontare i miei mostri da sola

 

Questo ci porta ad un altro tema molto importante della storia: il femminismo.

Nella storia ci sono tante figure femminili forti e indipendenti: dalla ragazza che solca da sola i mari, alle donne-leopardo poligame(!) che vivono cacciando e che lasciano i mariti a casa ad occuparsi dei figli.

 

Il tema però più presente e che mi ha lasciato molto da riflettere è il razzismo. La Harrow infatti, da brava ex professoressa di storia, dimostra una grande competenza del periodo storico a cui fa riferimento, l’epoca vittoriana del colonialismo.

Uomini ricchi che vanno in paesi più poveri, rubano i loro unici tesori e lasciano solo desolazione e distruzione, vi ricorda qualcosa?

Ma non solo, legata al tema c'è anche la discriminazione che Jane, donna di colore, e January, che con la sua pelle rossa si sente sempre fuori luogo non essendo nè abbastanza bianca nè abbastanza nera, subiscono ogni giorno.

«Io sono una donna nera in un paese che detesta i neri, una straniera in un paese che odia gli stranieri. E la cosa peggiore è che diamo nell’occhio. »

 

«Alla fine un controllore si fece strada nel corridoio. Tirò una catenella verso il fondo del vagone e vi appese un bel cartello bianco: POSTI PER PASSEGGERI DI COLORE.»

 

Ho trovato lo stile della Harrow semplicemente sublime, la sua prosa e le sue metafore così curate da far emozionare, ogni parola scelta con estrema cura. E’ riuscita a farmi viaggiare in mondi nuovi e sconosciuti, a farmi sognare, emozionare, sperare e anche arrabbiare (perchè si sa, i cattivi dei fantasy fanno sempre venire il nervoso!).

 

Unica pecca? Libro troppo corto! O meglio… non prendetemi per pazza, so bene che ha quasi 400 pagine ma con un altro centinaio di pagine sarebbe stato perfetto; questo perché ho trovato la risoluzione finale un po’ troppo semplice e affrettata ma non per questo non mi è piaciuta!

 

Non aspettatevi il fantasy del secolo, ha i suoi difetti ma riesce a tenere incollato alle pagine e a farne divorare così tante nel giro di pochi giorni (ve lo assicura una lettrice lenta che ha macinato un centinaio di pagine al giorno!), super consigliato.

 ⭐⭐⭐⭐/5

 

Ringrazio ancora la Mondadori Oscarvault per avermi dato la possibilità di leggere in anteprima questo libro e le mie compagne di avventura che hanno condiviso questo viaggio con me.

 

→Potete acquistare il libro qui!