«L’amore vero è così: non ha nessuno scopo e nessuna ragione, e non si sottomette a nessun potere fuorché alla grazia umana.»
Arturo, dal nome di una stella, vive nell’isola di Procida isolato da tutto, in un mondo difficile che appare però magico agli occhi di un bambino.
Questo romanzo di formazione è riuscito a smuovermi dentro, a farmi arrabbiare (sì Wilhelm Gerace ce l’ho con te), sognare e crescere insieme ad Arturo che ho visto cambiare da un ragazzino innamorato del padre assente e dell’idea della defunta madre fino a diventare un giovane uomo con le sue idee e la sua indipendenza.
La Morante, dallo stile MAGISTRALE, ha descritto con estrema accuratezza l’animo di un bambino e poi di un adolescente che vive il cambiamento del suo corpo in modo conflittuale descrivendone minuziosamente ogni emozione e stato d’animo compresi i repentini sbalzi d’umore. Mi sono ritrovata a detestare Arturo per alcuni comportamenti, poi l’ho preso in simpatia e infine l’ho compreso.
Il personaggio che più mi porto nel cuore è sicuramente Nunziatella, una giovane donna costretta a crescere troppo in fretta, intrappolata in un matrimonio infelice ma che allo stesso tempo non si fa prendere dallo sconforto e affronta la vita con grande forza e determinazione, credendo fermamente nelle sue idee. Mi sono ritrova spesso a sorridere leggendo i suoi strampalati e ingenui discorsi ma allo stesso tempo ho desiderato per lei tutta le felicità che merita. La Morante l’ha descritta così divinamente che se chiudo gli occhi non faccio nessuna fatica a immaginarmela.
Ogni personaggio però è degno di nota, dalla balia di Arturo, Silvestro, che è stato per lui un amico e un padre molto più di quello vero, Wilhelm, personaggio detestabile ma in fondo comprensibile ed estremamente controverso grazie al quale la Morante è riuscita a trattare temi difficili con estrema delicatezza.
Non avevo mai letto nulla della Morante e devo dire che ha ampiamente superato le mie aspettative.
⭐⭐⭐⭐/5