Maldestro dalla nascita è un manga che nella sua disarmante semplicità riscalda il cuore come poche storie sanno fare.
Yaro Abe, autore della famosa serie “La taverna di mezzanotte”, in questo manga estremamente intimo decide di mettersi a nudo e di raccontare l’infanzia del suo alter-ego Makoto, che ha ben poco di romanzato e tanto di reale.
Makoto è un bambino molto tranquillo, sempre con il raffreddore, un po’ emarginato rispetto ai suoi coetanei. Se dovesse definirsi in qualche modo sceglierebbe appunto “maldestro dalla nascita”. Non è l’unico in famiglia ad essere così: insieme a lui viene esplorata infatti la figura del padre, un perditempo sempre raffigurato in mutande o a guardare la televisione che ogni tanto se ne esce con perle di saggezza che quasi stridono con la sua immagine. È proprio attraverso questo volume che Yaro Abe sembra in qualche modo volergli rendere omaggio e ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto per lui, per essere un modello che l’ha sempre ispirato nel bene o nel male, per averlo fatto sentire un po’ meno solo.
Il rapporto con il padre, ma in generale con la famiglia, è fondamentale per la crescita del bambino che, nonostante non mostri chissà quali talenti, viene sempre incoraggiato nell’inseguire i suoi sogni, nello specifico quello di fare il mangaka che sappiamo per Yaro Abe si avvererà solo quando sarà già adulto.
Sullo sfondo, invece, un Giappone in continuo cambiamento e tante vicissitudini che ci mostrano la vita in quegli anni accompagnate da aneddoti divertenti che Yaro Abe ricorda con affetto e che strapperanno indubbiamente un sorriso ma anche qualche lacrima a chi legge.
Pur essendo priva di fatti degni di nota, la vita di Makoto, narrata così com’è, ha qualcosa di estremamente poetico, dolce e commovente tanto da dare al lettore l’impressione di conoscere davvero il protagonista. Si ritrova così a fare il tifo per lui, ad emozionarsi e a desiderare che quel tipo di narrazione non si concluda mai, caratteristica che solo che storie più vere e sincere riescono ad avere. Una lettura che consiglio davvero tantissimo!
Maldestro dalla nascita è un manga che nella sua disarmante semplicità riscalda il cuore come poche storie sanno fare.
Yaro Abe, autore della famosa serie “La taverna di mezzanotte”, in questo manga estremamente intimo decide di mettersi a nudo e di raccontare l’infanzia del suo alter-ego Makoto, che ha ben poco di romanzato e tanto di reale.
Makoto è un bambino molto tranquillo, sempre con il raffreddore, un po’ emarginato rispetto ai suoi coetanei. Se dovesse definirsi in qualche modo sceglierebbe appunto “maldestro dalla nascita”. Non è l’unico in famiglia ad essere così: insieme a lui viene esplorata infatti la figura del padre, un perditempo sempre raffigurato in mutande o a guardare la televisione che ogni tanto se ne esce con perle di saggezza che quasi stridono con la sua immagine. È proprio attraverso questo volume che Yaro Abe sembra in qualche modo volergli rendere omaggio e ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto per lui, per essere un modello che l’ha sempre ispirato nel bene o nel male, per averlo fatto sentire un po’ meno solo.
Il rapporto con il padre, ma in generale con la famiglia, è fondamentale per la crescita del bambino che, nonostante non mostri chissà quali talenti, viene sempre incoraggiato nell’inseguire i suoi sogni, nello specifico quello di fare il mangaka che sappiamo per Yaro Abe si avvererà solo quando sarà già adulto.
Sullo sfondo, invece, un Giappone in continuo cambiamento e tante vicissitudini che ci mostrano la vita in quegli anni accompagnate da aneddoti divertenti che Yaro Abe ricorda con affetto e che strapperanno indubbiamente un sorriso ma anche qualche lacrima a chi legge.
Pur essendo priva di fatti degni di nota, la vita di Makoto, narrata così com’è, ha qualcosa di estremamente poetico, dolce e commovente tanto da dare al lettore l’impressione di conoscere davvero il protagonista. Si ritrova così a fare il tifo per lui, ad emozionarsi e a desiderare che quel tipo di narrazione non si concluda mai, caratteristica che solo che storie più vere e sincere riescono ad avere. Una lettura che consiglio davvero tantissimo!