“Le ricette perdute del ristorante Kamogawa” e “Le piccole storie della locanda Kamogawa”: se al buon cibo associ un ricordo nostalgico e ami i libri coccola

Il vecchio Nagare gestisce con la figlia Koishi il ristorante Kamogawa, un ristorante molto peculiare e difficilissimo da trovare che dall’esterno, non avendo nemmeno l’insegna, sembrerebbe più una casa. La specialità del luogo sono infatti le indagini culinarie: solo i clienti che ne hanno davvero bisogno, infatti, come per un gioco del destino, riusciranno a trovarlo e ad affidarsi alle abilità investigative di Nagare per ritrovare i sapori che ormai credevano persi da tempo. Dopo aver mangiato un gustoso piatto preparato dal proprietario, spiegheranno infatti a Koishi i dettagli dell’indagine: i sapori e i ricordi legati a un determinato piatto che, per un motivo o per un altro, magari perché veniva preparato da una persona cara ormai scomparsa da tempo oppure perché associato a un ricordo dell’infanzia, desiderano riassaggiare così com’era.

 

“Le ricette perdute del ristorante Kamogawa” e “Le piccole storie della locanda Kamogawa” sono solo i primi due volumi della serie di libri coccola legati al cibo di Kashiwai Hisashi. Si tratta di libri semplici che seguono una stessa struttura tant’è che dal primo al secondo non si percepiscono differenze se non nelle ricette stesse e nelle persone che si recano al ristorante. Il punto di forza di questi libri credo infatti che non sia tanto l’originalità bensì le emozioni e i ricordi, chi di noi non ha associato a un determinato cibo un ricordo particolare? Nella sua semplicità questi libri parlano infatti soprattutto di legami, di famiglia, di amore e lo fanno con estrema delicatezza e un pizzico di nostalgia.

 

La struttura di ogni racconto segue infatti questo schema:

- si parla del ristorante e delle sue indagini gastronomiche in un piccolo trafiletto della rivista “Primavera e Estate” ma non vengono date molte informazioni sul luogo, nemmeno l’indirizzo.

- un cliente riesce però a trovarlo dandosi da fare

- si siede al bancone e gli viene servito qualcosa da Nagare, senza ordinare né scegliere nulla

- poi viene portato nel retro del ristorante della figlia che gli fa domande sulla ricetta perduta, senza grandi risultati

- viene detto al cliente di tornare dopo due settimane

- intermezzo in cui il gatto Pisolino cerca di entrare nel ristorante ma Nagare non vuole e la figlia non è d’accordo

- il cliente torno, mangia, si commuove

- gli viene detto che può pagare quanto vuole con bonifico

- finale in cui padre e figlia ricordano con nostalgia la madre ormai scomparsa

 

Questo, lo schema che si ripete in ogni singolo racconto tant’è che dopo un po’ sembra di averli già letti tutti perché non ci sono novità o grandi colpi di scena. Se pensate che questo tipo di ripetitività posso non darvi fastidio e vi piacciono i libri che scaldano il cuore allora sicuramente vi piacerà.

 

Purtroppo, io non ho apprezzato particolarmente questa ripetitività e non essendo già di mio amante dei libri coccola l’ho trovato fin troppo monotono e semplicistico. Inoltre avrei preferito che venisse approfondito il modo in cui Nagare fa le sue indagini essendo il punto più importante e invece viene solo accennato in retrospettiva. Insomma, per me questi libri sono un grande flop ma sono sicura che molti di voi riusciranno invece ad apprezzarli.