Gli asteroidi cadono di pomeriggio: una raccolta di racconti che non ti aspetti


Chi mi conosce lo sa, sono molto critica con le raccolte di racconti. Trovo difficile immergermi in una storia che inizia e finisce in poche pagine e di alcune raccolte non riesco a ricordare nemmeno un racconto. Beh, sono felice di dire che questo decisamente non è il caso di “Gli asteroidi cadono di pomeriggio” di Shen Dacheng. Ben sedici racconti e nessuno di questi mi ha deluso, anzi, dopo un mese li ricordo ancora tutti vividamente, una cosa più unica che rara direi!

 

In questi sedici racconti la realtà viene stravolta ed è da qui che nascono personaggi e situazioni al limite dell’assurdo. L’onirico e il fantascientifico di questi racconti rimangono però ben ancorati alla realtà creando un effetto straniante nel lettore che, se da un lato capisce l’assurdità della situazione, dall’altro non fa fatica a coglierne la critica sociale e il significato più profondo, restandone affascinato e ritrovando la propria quotidianità in ogni racconto.

 

Troviamo così un uomo-giacca con carenze affettive in costante ricerca di abbracci, stagisti costretti a ripetere continuamente le stesse inutili azioni, scapoli o “persone di secondo grado” che pagano per vivere insieme a delle famiglie e comprenderne lo stile di vita, un uomo seppia che semina il caos nelle stazioni, un gatto che tormenta il padrone e moltissimi altri strambi personaggi. Degno di nota “La signorina scatolata”, racconto definito profetico in quanto scritto prima della pandemia, che mette in mostra l’assurdità di alcuni comportamenti umani al punto da scegliere di “inscatolarsi” e vivere isolati pur di non contrarre il virus, ma anche “Un giro del taxi prima della fine del mondo” e gli ultimissimi racconti che mostrano l’isteria di massa davanti alla fine del mondo.

 

Mi ha ricordato molto lo stile e le tematiche di Hiroko Oyamada, sia in “La fabbrica” sia in “La buca” ma anche il genere di alienazione che si può trovare in Abe Kōbō, che spesso lascia più domande che risposte.

 

Credo infatti che il punto di forza di questa raccolta sia la sua universalità. Pur essendo scritta da un’autrice cinese, chiunque potrebbe apprezzarla e immedesimarvisi in quanto tratta problemi sociali condivisibili da ognuno da noi, a partire ad esempio dall’alienazione dei giovani di fronte al mondo del lavoro.

 

Con una scrittura magnetica e intrigante Shen Dacheng non fornisce risposte ma spinge a farsi domande e io l’ho trovata veramente geniale, non posso che consigliarla a tutti.