La cerimonia della vita: ci vorrebbero più raccolte di racconti così!


Credo che Murata Sayaka sia una delle voci più interessanti del panorama letterario giapponese contemporaneo. Murata sfida la morale e le convenzioni sociali e le ribalta completamente ricorrendo a espedienti narrativi e temi che, prima ancora di fare riflettere, disgustano e sconvolgono provocando forti reazioni nel lettore.

In questa raccolta troviamo infatti i temi cardine della sua produzione, già affrontati in "La ragazza del convenience store" e ne "I Terrestri". Si parla di solitudine e incomunicabilità, alienazione, cambiamenti e soprattutto di normalità. Perché in fondo che cos'è la normalità? Chi definisce cosa è normale e cosa non lo è?

È proprio andando a indagare sul concetto di normalità che Murata scrive questi racconti. Nel primo, che dà il titolo alla raccolta, il cannibalism0 è una cosa normalissima: quando qualcuno muore si organizza una "cerimonia della vita" in cui, dopo aver cucinato a dovere il defunto, lo si mangia in compagnia e, sempre in compagnia, ci si congeda dal banchetto per avere un rapporto sessuale ed essere inseminati: una vita si spegne e se ne creano delle altre. In un altro racconto invece, è normale che dopo la morte, gli esseri umani vengano riutilizzati diventando "materiale di prima qualità" con cui creare capi d'abbigliamento come magliette di capelli umani o materiale d'arredo come lampade con unghie umane.

Queste usanze ripugnano e vengono messe in discussione dai alcuni dei personaggi stessi dei racconti che si interrogano sulla moralità di ciò, magari ancorati a un passato in cui certe cose erano inammissibili.

E ancora si parla di famiglie non convenzionali, cibo liofilizzato e insetti, bentō preparati utilizzando erbacce e fiori nati in città... Murata fa così inorridire ma anche riflettere sulle nostre usanze alimentari, sul cambiare delle nostre abitudini e della nostra morale, in fondo oggi già rispetto a trent'anni fa le cose sono cambiate, chissà cosa succederà tra altri trent'anni?

Questa raccolta è provocante, ironica, critica, estrema e assolutamente geniale. Consigliata a chi sa mettersi in discussione andando oltre le apparenze e la morale comune.